Cinema e scenografia

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LA CINEMATOGRAFIA RUSSA

Ricerche di Redazione: 

Le figure che si succedono sullo schermo sembrano reali, ma sono invece impalpabili e illusorie: ma per poterle realizzare è necessario usare una tecnologia raffinata e complessa che si è andata sviluppando nel corso di ottanta anni. La cinepresa fissa sulla pellicola le immagini, la moviola ne permette il montaggio ed è il cuore tecnico ma anche creativo dell’intero ciclo produttivo di un film, e infine il proiettore ci permette di vedere il film sullo schermo. Attori, tecnici, operatori tutti partecipano a costruire la fragile pellicola che ha tanto contribuito a formare la nostra civiltà delle immagini. Diversi sono i generi cinematografici, dai gialli ai comici, dai musical ai western, dai film di guerra a quelli di fantascienza. La cultura cinematografica europea e statunitense ha avuto una crescente influenza su quasi tutte le civiltà contemporanee, eccezione fatta per le aree politiche a regime comunista scarsamente penetrabili dall’ideologie e dai valori del blocco occidentale. In Russia nel secondo decennio del novecento un gruppo di critici, di scrittori, di artisti, studiosi di linguistica e di estetica (i formalisti) svilupparono una nuova teoria letteraria e nuovi modi di analisi dei testi letterarie artistici, prestando particolare attenzione agli elementi linguistici, alle tecniche e alla forme della comunicazione. Il Circolo di Mosca, fondato nel 1915 e la Società dell’Opojaz di Pietroburgo costituirono i più attivi centri di lavoro di questa tendenza, che fu particolarmente brillante nei primi anni della rivoluzione sovietica. I formalisti russi misero in luce in modi molteplici i procedimenti della scrittura letterarie, fissarono schemi essenziali per lo studio del linguaggio, delle forme metriche e ritmiche, considerando anche il legame tra la comunicazione letteraria e le forme antropologiche. L’interesse per gli aspetti tecnici suscitò in molti di loro anche un’attenzione ai procedimenti del linguaggio cinematografico, in rapporto con la grande vivacità del nuovo cinema sovietico. Ma il clima totalitario instauratosi ben presto con il regime staliniano segnò la fine dl formalismo, le cui esperienze continuarono fuori dalla Russia. La riscoperta del formalismo russo nella cultura dell’Europa occidentale si ebbe soprattutto nel corso degli anni sessanta, incontrandosi con lo sviluppo di una critica e teoria strutturalista

 

 

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